Testi Letterari
Prosa: Trattati e Saggi

testo - pag.1

Il Razzismo

Documento 1

Così venivano giudicati i nostri connazionali dalle autorità americane e australiane

"Sono fortemente e interamente contrario alla politica detta delle porte aperte. Questa ondata di immigrati avvelenerà o quanto meno inquinerà le sorgenti stesse della nostra vita.

(Rapporto del Commissario generale all'immigrazione negli USA Frank P. Sargent, 1902)

 

Documento 2

Noi protestiamo contro l'ingresso nel nostro paese di persone i cui costumi e stili di vita abbassano gli standard di vita americani e il cui carattere, che appartiene a un ordine di intelligenza inferiore, rende impossibile conservare gli ideali più alti della moralità e civiltà americane.

(Rapporto Immigration Commission di Washington, 1904)

 

 

Documento 3

In questa vignetta, pubblicata agli inizi del secolo scorso su una rivista di attualità politica, è rappresentato l'ingresso di immigrati sul territorio americano. Al centro, nell'atto di imbracciare la bandiera americana lo "zio Sam", simbolo del conservatorismo e della tradizione. Egli osserva con aria preoccupata l'invasione di migranti rappresentati come topi e caratterizzati dalle tipiche fattezze mediterranee. Sulla fascia con i colori della bandiera italiana di uno di essi si legge la parola "mafia", così come sul cappello di un altro. Molti di loro hanno un coltello o una pistola fra i denti. I loro occhi sono allucinati, le espressioni truci e aggressive. In alto a sinistra, in una nuvoletta, si scorge il ritratto del presidente Mc Kinley, assassinato nel 1901 da un anarchico nato negli Stati Uniti da genitori polacchi. La scatola dalla quale sciamano i topi è sovrastata dalla scritta "Direttamente ogni giorno dai bassifondi dell'Europa".

 Documento 4:

Collegamento allo spezzone del film "Nuovo Mondo" di Crialese (Le varietà diatopiche).

 

Documento 5

Dimmi babbo che cos' è il razzismo?

Tra le cose che ci sono al mondo, il razzismo è la meglio distribuita. É un comportamento piuttosto diffuso, comune a tutte le società tanto da diventare, ahimè, banale. Esso consiste nel manifestare diffidenza e poi disprezzo per le persone che hanno caratteristiche fisiche e culturali diverse dalle nostre"

Quando dici "comune", vuoi dire "normale"?

"No. Non è perché un comportamento è corrente che può essere considerato normale. In generale l'essere umano ha tendenza a non amare qualcuno che è differente da lui, uno straniero, per esempio: è un comportamento vecchio come uomo; ed è universale. E così dappertutto".

"Se capita a tutti, anch'io potrei essere razzista! "

"Intanto la natura spontanea dei bambini non è razzista. Un bambino non nasce razzista. E se i suoi genitori o i suoi famigliari non gli hanno messo in testa delle idee razziste, non c' è ragione perché lo diventi. Se, per esempio, ti facessero credere che quelli che hanno la pelle bianca sono superiori a quelli che ce l'hanno nera, e se tu prendessi per oro colato quell' affermazione, potresti assumere un atteggiamento razzista nei confronti dei negri".

"Cosa vuol dire essere superiori"?

"Per esempio, credere che uno, per il fatto che ha la pelle bianca, è più intelligente di qualcuno che ha la pelle di un altro colore, nera o gialla. In altre parole, l' aspetto fisico del corpo umano, che ci differenzia l' uno dall'altro, non implica alcuna disuguaglianza".

"Credi che io potrei diventare razzista?"

"Diventarlo è possibile: tutto dipende dall' educazione che avrai ricevuto. Tanto vale saperlo e impedirsi di esserlo, ovverosia, tanto vale accettare l' idea di essere anche noi capaci, un giorno, di avere sentimenti e comportamenti di rigetto nei confronti di qualcuno che non ci ha fatto niente, ma è differente da noi. É una cosa che capita spesso. Ciascuno di noi, un giorno, può fare un gesto brutto, provare un sentimento cattivo. Quando uno è turbato da un essere che non gli è familiare, allora può pensare di essere meglio di lui: prova un sentimento sia di superiorità sia di inferiorità nei suoi riguardi, lo rifiuta, non vuole saperne di averlo come vicino, tanto meno come amico, semplicemente perchè si tratta di qualcuno di diverso".

" Diverso?"

"La diversità è il contrario della rassomiglianza, di ciò che è identico. La prima differenza evidente è quella del sesso. L'uomo è differente dalla donna. E viceversa. Ma quando si tratta di quel tipo di differenza, in generale, c'è attrazione. In altri casi, colui che chiamiamo diverso ha un altro colore di pelle rispetto a noi, parla un'altra lingua, cucina in altro modo, ha altri costumi, un'altra religione, altre abitudini di vita, di fare festa, eccetera. Ci sono differenze che si manifestano attraverso l'aspetto fisico (la statura, il colore della pelle, i lineamenti del viso, eccetera) e poi ci sono le differenze di comportamento, di mentalità, di credenze, eccetera".

"Allora al razzista non piacciono le lingue, le cucine e i colori che non siano i suoi? "

"No, non è necessariamente così: un razzista può amare e imparare altre lingue perché ne ha bisogno nel suo lavoro, o nei suoi svaghi, ma può ugualmente manifestare un giudizio negativo e ingiusto sui popoli che parlano quelle lingue. Allo stesso modo, potrebbe rifiutare di affittare una camera a uno studente straniero, per esempio vietnamita, eppure apprezzare il cibo dei ristoranti asiatici. Il razzista è colui che pensa che tutto ciò che è troppo differente da lui lo minacci nella sua tranquillità".

"E' dunque il razzista che si sente minacciato? "

"Sì, perché ha paura di chi non gli rassomiglia. Il razzista è qualcuno che soffre di un complesso di inferiorità o di superiorità. Il risultato è lo stesso, perché il suo comportamento, in un caso o nell'altro, sarà di disprezzo. E dal disprezzo la collera. Ma il razzista sbaglia collera".

"Ha paura?" 

"L' essere umano ha bisogno di sentirsi rassicurato. Non gli piace troppo ciò che rischia di turbare le sue certezze. Si può avere paura quando si è al buio, perché quando tutte lo luci sono spente non si vede cosa ci potrebbe capitare. Ci si sente senza difese di fronte all' imprevedibile. Si immaginano cose orribili. Senza ragione. Non è logico. Talvolta non c'è niente che possa giustificare la paura, eppure si ha paura. Si può ragionare quanto si vuole, ma si reagisce come se la minaccia fosse reale. Il razzismo non è qualcosa di giusto o di ragionevole".

" Il razzismo è sempre esistito?"

"Sì, da quando esiste l'uomo, sotto forme diverse nelle diverse epoche. Già all' epoca della guerra del fuoco gli uomini attaccavano con armi rudimentali, delle semplici clave, per un pezzo di terra, per una capanna, per una donna, per delle provviste alimentari, eccetera. Allora fortificavano i confini, aguzzavano le armi per paura degli invasori. L' uomo è ossessionato dalla propria sicurezza, e questo lo porta talvolta a detestare lo straniero". 

"Allora, che si può fare?"

"Imparare. Educarsi. Riflettere. Cercare di capire tutto, dimostrarsi curiosi di tutto ciò che si riferisce all' uomo, controllare i propri istinti. Si può superare l' atteggiamento razzista istintivo con il ragionamento e con l' educazione. Per riuscirci, bisogna decidere di non avere più paura dei vicini, dello straniero".

" Dunque, per lottare contro il razzismo bisogna invitarsi gli uni con gli altri!"

Di Tahar Ben Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia, Milano, Bompiani, 1998. 

 

(prof. Pisani)


lessico - pag.1

Razzismo: teoria che stabilisce la superiorità fisica, intellettuale, morale di un gruppo etnico rispetto

agli altri.

Oggi è scientificamente dimostrato che non esistono le razze ma un unico genere umano. Le differenze

fisiche, tra cui i vari tratti somatici e i diversi colori della pelle non sono altro che particolari esteriori,

mentre esistono senza dubbio, differenze storiche, culturali, tra i diversi gruppi umani.

(prof. Pisani)


guida - pag.1

L'attività si pone i seguenti obiettivi:

  • Discussione aperta sul significato della parola razzismo
  • Acquisizione delle tecniche di produzione di un saggio breve attraverso l'analisi dei documenti
  1. Dopo aver letto i documenti e osservato l'immagine si riflette con gli studenti sul significato della parola razzismo con domande del tipo: - In quali atteggiamenti o episodi di vita quotidiana si può manifestare la discriminazione razziale? Emarginare un compagno/a dai normali rapporti di amicizia, escludendolo/a da momenti di socializzazione comune, quali feste, giochi ecc.. solo perché non parla bene la tua lingua, perché proviene da un paese straniero o perché ha delle evidenti disabilità fisico-intellettive può essere considerato un comportamento razzista? In quali occasioni utilizzo la parola "razzista?- (Attività di elicitazione).
  2. Si propone agli studenti un'altra discussione aperta per stimolare la comprensione globale dell'argomento tramite i documenti elencati e si comincia a predisporre uno schema per elaborare il saggio breve, organizzando tutte le informazioni il cui contenuto può essere citato letteralmente tra virgolette o riassunto e rielaborato in modo personale con domande del tipo: - Come posso scrivere un saggio breve? Come posso trovare argomenti e idee? Come posso usare i documenti che mi sono stati dati? Ne conosco degli altri in modo tale da poterli ulteriormente impiegare? (Ad esempio: il razzismo, così come le azioni di discriminazione negli ambienti di lavoro, a scuola e nella vita di tutti i giorni, sono esplicitamente condannati dalla nostra Costituzione e dalla legislazione internazionale. Ricerca gli articoli che ne parlano. Articolo 1 e 2 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e gli articoli 2, 3, 6, 8, 10 della Costituzione italiana)
  • Come organizzo il testo? (Se ne fornisce lo schema)
 Lunghezza del testo:
                             
 Destinazione: (Scelta del registro linguistico adeguato: formale: colto, burocratico, informativo; informale: colloquiale)
 
 Titolo:
 
 Documentazione fornita:
 

3. Si conclude con le espansioni, ovvero ulteriori spunti di lavoro da proporre in classe.

  • Si propone la lettura della poesia di Ndjock Ngana, scrittore africano, noto per il suo impegno nella lotta per l'indipendenza del Camerun.
 Il sangue
Chi può versare
sangue nero
sangue giallo
sangue bianco
mezzo sangue

Il sangue non è indio, polinesiano o inglese.

Nessuno ha mai visto
sangue ebreo
sangue cristiano
sangue musulmano
sangue buddista.

Il sangue non è ricco, povero o benestante.

Il sangue  è rosso.

Disumano è chi lo versa
non chi lo porta
Ndjock Nhindo/Nero, Roma, Anterem, 1994.

Mezzo sangue: sangue misto

indio: sono così chiamati i discendenti delle popolazioni precolombiane dell'America centrale e meridionale

polinesiano: nativo della Polinesia, vasto arcipelago dell'Oceania

ebreo: riferimento alla religione ebraica

musulmano: riferimento alla religione musulmana

buddista: riferimento alla religione buddista

 
  • Si sollecitano gli studenti alla comprensione della poesia con domande del tipo:- Nel testo seguente si parla di molte differenze non solo di etnia: quali sono?-
  • Inserisci le seguenti parole chiave nelle relative voci di appartenenza:
 nero polinesiano ricco giallo inglese ebreo povero bianco cristiano benestante mezzo sangue musulmano indio buddista
 Etnia 
 Colore della pelle 
 Situazione sociale 
Religione 
 
 
 
  • Spiega con parole tue il significato dei versi finali della poesia

Disumano è chi lo versa

non chi lo porta. 

(prof. Pisani)


teoria - pag.1

 

 CARATTERISTICHE
 SCOPO
Esposizione scritta, frutto di studio e approfondimento sulla base di una dettagliata documentazione, di argomenti ben delimitati che spaziano in molti ambiti: dalla filosofia alle scienze, dalla storia alla letteratura, all'arte, alla geografia, all'antropologia e così via.

Nella pratica didattica, introdotta dalla prima prova del nuovo esame di Stato (tipologia B), si distingue dal tema tradizionale perché richiede di:

  • scegliere l'argomento tra quattro ambiti: storico-politico, socio-economico, artistico-letterario, tecnico-scientifico
  • usare una documentazione a partire da dati, informazioni e concetti precisi per formulare e dimostrare la propria tesi. La documentazione è una traccia utile ma non sempre sufficiente. Va integrata con le conoscenze e le esperienze personali

  • esplicitare il destinatario, il luogo e la destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico, rassegna di argomento culturale…) che significa variare lo stile di scrittura in rapporto alla tipologia di pubblico a cui il testo si rivolge

Il linguaggio è sempre formale, preciso e specifico; il registro è alto quando è destinato a pubblicazioni di elevato valore culturale, un po' più basso quando è destinato ad una divulgazione più ampia o di massa.

 Dimostrare una tesi o un'opinione

 

(prof. Pisani)


teoria - pag.2

 

COME COSTRUIRE UN SAGGIO BREVE

Scegliere l'argomento e leggere il titolo: dopo una rapida lettura dei documenti orientare la scelta verso l'ambito che si conosce meglio mettendo a fuoco cosa chiede il titolo

Analizzare la consegna sottolineando le parole-chiave
Schedare i documenti per ricavarne il maggior numero di informazioni, concetti e dati utili alla discussione e                     collegarli alle proprie conoscenze
Confrontare dati, informazioni e concetti per individuare analogie e differenze, un ordine di importanza o un             ordine cronologico significativo
Interpretare i testi e formulare una tesi con domande del tipo: Quale problema è considerato? Emerge un'ipotesi            interpretativa? Se sì quali argomenti la sostengono? Quali eventualmente la confutano? Che cosa posso                             aggiungere? Posso aggiungere un giudizio sull'argomento? Quale?
Organizzare una scaletta in uno schema argomentativo che comprenda anche un' introduzione e una               conclusione: si formula cioè una tesi portando esempi e argomenti concettuali che la dimostrino, sgombrando il        terreno da possibili obiezioni ed equivoci.
Individuare il destinatario scegliendo il registro stilistico (specialistico, divulgativo) e il luogo di pubblicazione
Stendere il testo trasformando in paragrafi, eventualmente con sottotitoli, i punti della scaletta rispettando la                 lunghezza richiesta e dando un titolo pertinente al saggio

 

 

 

(prof. Pisani)


esercizi - pag.1

Esercizio n. 1 (Produzione)

 


Sviluppa l'argomento in forma di saggio breve utilizzando i documenti e i dati che lo corredano e facendo riferimento alle tue conoscenze pregresse e agli stimoli offerti dall'attività didattica appena proposta.
Del tuo testo indica sempre il titolo e la destinazione editoriale (rivista specialistica, ricerca scolastica o altro).

Oggi noi italiani, emigranti di ieri, siamo gli ospiti degli emigranti di oggi. Questo fenomeno non viene interpretato da tutti i nostri connazionali allo stesso modo. Alcuni, come gli imprenditori sostengono che l'immigrazione sia una risorsa essenziale per l'economia del paese; altri temono un aumento della criminalità, una concorrenza spietata e non sempre leale rispetto ai lavoratori italiani, un inquinamento della nostra identità nazionale.
É importante e doveroso riflettere ad alta voce sugli aspetti dell' emigrazione italiana all'estero per poter registrare il nostro atteggiamento nei confronti dei nuovi emigrati in Italia. C'è ancora, infatti, un'"Ellis Island" intorno a noi che appartiene a tutti coloro che per varie ragioni non scelgono, ma sono costretti ad abbandonare i luoghi in cui sono cresciuti.

Documento n. 1

 Emigranti sul ponte della Motonave "Patricia" in navigazione verso New York il 10 dicembre 1906. Archivio Centro Studi Emigrazione, Roma (Edwin Levick- L.C.).

  Migranti di oggi: le carrette del mare 

Leggi le seguenti testimonianze di immigrati, nel primo caso un italiano che cerca lavoro in Svizzera, nel secondo un senegalese che giunge in Italia.

1. - Per quali motivi ti sei spostato?
Per lavoro, in Italia forse c'era possibilità di trovare un'occupazione, ma il cambio con il franco svizzero portava molti vantaggi, la retribuzione di una giornata lavorativa in Svizzera equivaleva a quella di cinque giorni nel sud Italia e quindi con sacrifici e buona volontà si riuscivano a creare le basi per una vita più tranquilla, io infatti sono riuscito a costruirmi una casa.

- Quali sono le modalità per assicurarsi un lavoro legale?
Per arrivare nel luogo desiderato era obbligatorio un nulla osta che si riusciva ad ottenere grazie ai contatti con amici o parenti che erano partiti precedentemente e questo serviva a farsi rilasciare dalla camera del Lavoro il passaporto con cui si poteva accedere solo ad un paese straniero, nel mio caso la Svizzera. Arrivati alla frontiera si doveva essere sottoposti ad una visita medica che doveva stabilire il buono stato di salute di ognuno di noi. Il Passaporto, nel momento in cui si cominciava a lavorare, veniva consegnato al titolare della ditta per cui si lavorava che a sua volta lo consegnava al Comune; quando si doveva tornare in Italia si faceva una richiesta per ottenerlo e questo veniva restituito solo se non c'erano, a carico dell'interessato, delle pendenze penali. Un altro documento che si doveva ottenere in Svizzera era la Dimora, simile ad un documento che certificava la residenza e ti permetteva di circolare, rispettando le regole ad esso allegate, una di queste, ad esempio, vietava la circolazione di un tratto stradale in cui si era già passati nella stessa giornata.

- Com'è stata l'integrazione?
L'impatto non era piacevole perché bisognava ambientarsi e farsi accettare da persone spesso diffidenti e prevenute, per questo motivo fu più volte ripetuto un referendum per allontanare gli italiani sprovvisti di cittadinanza svizzera. Io ho cercato sempre di dimostrare la mia correttezza e il mio senso del dovere e perciò mi sono fatto delle amicizie anche tra gli svizzeri.

- Quante ore al giorno si lavorava?
Generalmente si lavorava dieci ore in montagna e nove e mezza in città

- Ogni tanto riuscivi a tornare in Italia?

Sì, durante le ferie, ed una delle più grandi soddisfazioni era quella di regalare cioccolato e sigarette ad amici e parenti.


Mario Rossi, Svizzera (1962-'63-'64-'67)

 


2. Sono venuto in Italia nel 1987, perché non avevo lavoro per mantenere la famiglia numerosa e perciò migliorare la nostra condizione. Qui sono stato ben accolto e ho avuto la possibilità di avere un lavoro. Nel primo periodo ho vissuto due anni di clandestinità, prima a Napoli e poi in Sicilia dove con al legge Martelli, ho avuto il permesso di soggiorno. Sono arrivato qui tramite un ospite della comunità di Don Giovanni Baù a Santa Teresina e, nel 1990, ho trovato un impiego in una fabbrica locale, dove tuttora lavoro. In quegli anni, nel territotio, c'erano solo quattro case dove alloggiavamo. Nel 1995 è arrivata anche mia moglie ed è nato anche il nostro primo figlio; ora il quarto ha due anni. Ho comprato casa. Se mi fossi trovato male sarei ritornato al mio Paese. L'associazione di cui faccio parte rappresenta circa 400 senegalesi residenti nel Veneto Orientale.
Cerchiamo di lavorare assieme alle altre associazioni (una decina) per dare consulenza, organizzare feste e per educare affinché tutti possano rispettare le regole. Noi, arrivati per primi, aiutiamo ora a trovare casa e lavoro agli altri che arrivano. Faccio parte anche della consulta Veneta dell'Immigrazione, istituita con legge regionale pe esprimere pareri e proposte per il piano e programma del Veneto sull'immigrazione. Come stranieri abbiamo grossi problemi (il costo del rinnovo del permesso di soggiorno, i debiti per la casa) per i quali chiediamo aiuto. La maggior parte degli immigrati rischia la vita: lo fanno per migliorare la propria condizione di vita e quella daella loro famiglia. Vogliamo rispettare le leggi, la cultura e le persone. Aiutateci a costruire ponti per costruire la sicurezza di tutti, che anche noi vogliamo. A scuola si impara il rispetto; i bambini che subiscono delle discriminazioni e ingiustizie, quasi fossero persone di serie C, un domani potrebbero reagire come gli studenti francesi in questi giorni...Sono musulmano (murita) come il 95% dei senegalesi; il nostro primo presidente eletto democraticamente era però cristiano. Prima di partire sapevo che in Italia la maggior parte della popolazione era cattolica. Non ho scelto la strada della religione, ma della democrazia. Ringraziamo i preti che ci hanno aiutato (per la casa, per le nostre feste)…. La religione non deve diventare un ghetto. Ci sono i concetti di giustizia, pace legalità comuni a tutte le religioni: cerchiamo di viverli.


Moustapha Ndiaye

Documento 2
Leggi i seguenti brani estrapolati da Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari di Fabio Geda, Baldini, Castoldi e Dalai, 2010.

[…]
Il trafficante ha indicato in basso. Ho pensato che dovessimo infilarci sotto il camion, poi ho guardato bene – che è una cosa che avrebbe dovuto farmi credere a quello che stavo vedendo, ma io non volevo crederci, no – e ho capito che tra la base del rimorchio – la base che reggeva la ghiaia e le pietre – e la base del camion – dove era attaccato il semiasse, per capirci – c'era uno spazietto di, non so, forse cinquanta centimetri, o poco più. Insomma, il camion aveva un doppio fondo. Cinquanta centimetri in cui dovevamo stare seduti, con le braccia allacciate attorno alle gambe, con le ginocchia contro il petto, con il collo piegato per incastrare la testa fra le ginocchia.Ci hanno dato due bottiglie, due bottiglie ognuno: una piena e una vuota. Quella piena era piena d'acqua. Quella vuota era per la pipì. Hanno riempito il doppio fondo con noi, con tutti noi, con tutti e cinquanta e passa o quanti eravamo. Non eravamo stretti, no, eravamo strettissimi. Ancora di più. Un pugno di riso schiacciato nella mano. Quando hanno chiuso, il buio ci ha cancellati.Quando hanno chiuso mi sono sentito soffocare.

[…]
Ci avevano detto che remando veloci saremmo sbarcati sulle coste della Grecia in due o tre ore, ma questo senza considerare l'acqua che entrava nel gommone. Quando il mare si è arrabbiato e ha cominciato a scrosciarci addosso come se piovesse ho preso una bottiglia d'acqua, l'ho strappata con i denti a metà per ricavarne una ciotola e ho detto a Hussein Alì: Lascia stare la toppa. Ributta l'acqua in mare.E come? Con questa, ho detto mostrando la mezza bottiglia. In quell'istante un'onda me l'ha strappata di mano, quasi avesse sentito e non fosse d'accordo. Ne ho fatta una seconda. Ho preso la mano di Hussein Alì e l'ho stretta sulla ciotola. Con questa, ho detto di nuovo. Remavamo. Ma allora perché ci sembrava di essere fermi? […] A tratti la corrente o il vento o le onde ci rigettavano verso la costa della Turchia – o così credevamo: non eravamo proprio sicuri di sapere da che parte stava la Turchia e da quale la Grecia – e il piccolo Hussein Alì ha cominciato a dire, senza smettere di scavare nell'acqua che riempiva il gommone: Io lo so perché non riusciamo ad andare verso la Grecia. Non riusciamo ad andare verso la Grecia perché di là il mare è in salita. E lo diceva piagnucolando.

[…]
Come si fa a cambiare vita così, Enaiat? Una mattina. Un saluto. Lo si fa e basta, Fabio. Una volta ho letto che la scelta di emigrare nasce dal bisogno di respirare. È così. E la speranza di una vita migliore è più forte di qualunque sentimento. Mia madre, ad esempio, ha deciso che sapermi in pericolo lontano da lei, ma in viaggio verso un futuro differente, era meglio che sapermi in pericolo vicino a lei, ma nel fango della paura di sempre.

Documento 3
Ascolta questo clip tratto dal film documentario Fuocammare di Gianfranaco Rosi, Francia, 2016.

 

 

 

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(prof. Pisani)


esercizi - pag.2

Esercizio n. 2 (Individuazione e Produzione)

 


In ciascuna delle seguenti tracce individua e sottolinea il problema.
Pensa alla tesi che vorresti sostenere nel tuo saggio breve ed elenca i documenti di cui avresti bisogno per svolgere il tuo compito:

1. Il bullismo a scuola può essere considerato da un lato come esasperata esigenza di protagonismo dall'altro come sfida consapevole alle istituzioni e alle leggi dell'adulto. In questi ultimi anni si manifesta come forma di protagonismo destinata a svilupparsi in modo esponenziale. Tu come lo interpreti? Come pensi debba essere affrontato a scuola?


2. Pena di morte, eutanasia, contraccezione sono temi etico politici che pongono al centro della discussione la decisione di vita di un altro individuo aprendo dibattiti che non riguardano solo la fede religiosa ma investono anche il concetto stesso di dignità.

(prof. Pisani)

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